Inverno – Olio su tela 40x60cm
Gli alberi, per la maggior parte dei casi sono spesso delle piante molto piu’ alte dalle altre specie vegetali, che la superficie del pianeta terra riesce a generare ovunque, ove essi si ontoconcretizzano come tali all’interno della realta’ fenomenica, da cui si evince che la pittrice Gabriella Tolli, trae ispirazione dalla natura medesima, dacche’ ella utilizza una tela in lino, di colore bianco, rettangolare, di chiara matrice geometrica e euclidea, dove attraverso i colori a olio, la pittrice anzidetta dipinge un albero, per cui lo stesso risulta l’ unico vero protagonista assoluto di tale opera manifesta, che accoglie di conseguenza la sua gestualita’ compulsiva e dinamica sulla superficie della tela anzidetta. Lo sfondo del quadro e’ contrassegnato da innumerevoli micromacrocromo chiazze aniconiche, di svariati colori, che si intersecano a vicenda in alcuni punti sulla tela sopraddetta, nonche’ delle striature irregolari, verticalizzanti, si sovrappongono ulteriormente sulle summenzionate micromacrocromo chiazze aniconiche, in maniera tale da magnificare l’ iconograficizzazione di molteplici liane, generate dalla vegetazione tutta, ivi manifesta nell’ opera suddetta. Il grande fusto di colore marrone, e’ intervallato da vari colori, nonche’ tale successione policromatica supporta in tutto delle chiazzature di colori spezzettati e drammatici, fortemente supportanti la cromoinformalizzazione di svariate ombre portanti e proprie, distribuite celeramente dalla Tolli sul fusto dell’albero, per ontoverificare quest’ultimo oltre che sulla sua tela, negli interni stilistici delle tante ricerche pittoriche degli artisti dell’espressionismo di un tempo, come d’altronde dei pittori contemporanei. Le suddette micromacrocromo chiazze aniconiche vengono nuovamente utilizzate come tecnica pittorica dalla Tolli per iconograficizzare le svariate foglie dell’albero, di colore verde e giallo, sicche’ il colore giallo medesimo, assurge al suo ruolo di riflettere la giusta luce dei pochi raggi del sole invernale, dove le temperature di questa stagione, possono mettere spesso in difficolta’ con i suoi grandi freddi la stessa sopravvivenza di molteplici specie vegetali, come del resto di svariati esseri psichici, che si impongono con intransigenza, con il loro spirito e il loro corpo sostanziale sulla superficie del pianeta anzidetto. L’ opera mette in risalto il passaggio della pittrice dalla pittura realista a quella informale, tecnica pittorica quest’ ultima che caratterizza ultimamente la maggior parte della sua produzione artistica, talche’ tale passaggio e’ suggerito in dante dal preservamento della forma iconografica dell’albero, poiche’ ancora indentificabile come tale nell’ opera manifesta, nel momento del suo decocomposizionismo morfologico, dove quest’ ultimo si risolve appieno ulteriormente in altre opere della Tolli, attraverso le sopraddette tecniche pittoriche informali. Dei massi di colore grigio vengono dipinti dalla pittrice in basso nel quadro, dove la loro presenza sulla tela medesima, rileva ancor piu’ l’ ambiente naturale di una collina o di una montagna, sicche’ le vaste pianure del pianeta terra, non sono percepite da parte dell’osservatore del quadro in esso, poiche’ la pittrice in questione, predilige piu’ che altro rappresentare in questa sua tela la durezza e l’ asprezza delle montagne, simbolo dell’ uomo e non della donna. Gli alberi in effetti rappresentano assieme alle roccie e alle montagne l’ uomo, ovverosia il padre, talche’ si deduce da tutto cio’ che Gabriella Tolli abbia un rapporto particolare non con la propria madre, ma bensì con il padre, talche’ il mare o la pianure non sono ontoverificate in questo caso in questa sua codesta opera, dedicata appunto a una porzione di una scena di paesaggio di montagna. In effetti le innumerevoli striature verticalizzanti di vari colori assurgono a dei ruoli emotivi che possono essere interpretati solo da un soggetto psichico femminile nei riguardi della figura maschile, dove tali striature, forse, possono significare incosciamente un trauma di vita, che la stessa pittrice, come il resto altre creature del pianeta terra, hanno contribuito a generare nei confronti dei propri simili, o al contrario subite. L’ albero viene sovrapposto da queste striature verticalizzanti come se fossero delle sbarre di una prigione, atte ad allontanare la pittrice dall’albero stesso, nonche’ le suddette striature verticalizzanti potrebbero anche significare fantasiosamente dei graffi, dettati dalla rabbia o dal dolore, sicche’ si evince che la suddetta opera incarna in se stessa delle vicissitudini di vita, che rimaranno segretate eternamente nell’anima vegetante della pittrice Gabriella Tolli. L’ albero si impone implacabilmente al centro del quadro in tutta la sua fase morfocromodecocompositiva, sicche’ i freddi invernali riescono ancor piu’ a scoraggiare ogni essere psichico di tralasciare la propria dimora, per recarsi personalmente verso le grandi montagne, sede dei grandi alberi, simboli oltrettutto del collegamento fra il cielo e la terra, del bene e del male e della durezza della vita.
Enciclopedia dell’arte contemporanea italiana - Tomo 5
Jean-François Bachis-Pugliese Semiologo e Critico d’ arte. Copyright 2021. Tutti i Diritti Riservati