Aura – Tecnica mista su tela – 80x80cm
Secondo alcune tradizioni scritte e orali dell’antichità, l’uomo è capace di emanare una sua aura di appartenenza, dalla quale si evince che oltre questa vita ne esistono anche delle altre, che la mente contemplante di un soggetto psichico, il quale si ritrova con il suo corpo immanente e il suo spirito sulla Terra, è in grado di percepire. Il fatto certo è che l’umanità non è stata creata, casualmente, per concretizzare delle azioni futili, fine a se stesse, ma al contrario la sua genesi è stata determinata sulla base di un disegno razionale più elevato, allo scopo di vivere delle esperienze esistenziali finalizzate a costituire il supremo esito di ogni essere umano che si ritrova, senza il suo consenso e il suo permesso, scaraventato negli interni immanenti, accoglienti la presenza di tutti gli esseri e dei vari obiecta che si impongono mediante il loro peso specifico e il loro impatto volumetrico all’interno della realtà fenomenica. La pittrice, Gabriella Tolli, adopera una tela bianca, di lino, quadrangolare, di chiara matrice geometrica euclidea, per rappresentare mediante l’utilizzo degli smalti, dei colori acrilici e delle malte l’iconograficizzazione ideale di un’aura sprigionata da un soggetto psichico, dimorante sulla superficie terrestre. Lo sfondo dell’opera è completamente ricoperto da una densa campitura monocromatica di colore nero, che rappresenta, idealmente, l’assenza di vita, la cui aurea bianca, cionondimeno, con il suo intervento sulla superficie della tela, denota al contrario l’ontoconcretizzazione della presenza della vita stessa che può verificarsi là dove essa lo richieda o sia necessario. La cromoinfomormalizzazione di tale aura si manifesta nell’opera in virtù dell’impiego da parte della suddetta pittrice delle malte e dei colori acrilici, mentre lo sfondo è dipinto con gli smalti neri. Molteplici striature filamentose verticalizzanti sono ben visibili sulla parte destra dell’opera, ovverosia di fianco all’aura ivi rappresentata sulla superficie della tela. Ella definisce i filamenti anzidetti lasciando sgocciolare i colori acrilici bianchi dai pennelli per realizzare, grazie alla sua gestualità calma e ossessiva, questa opera, la quale può essere introdotta, pertanto, negli interni programmatici delle numerose correnti artistiche e delle scuole di pittura dell’Espressionismo astratto. Le linee di contorno esili o massive di un primo disegno di base concretizzante l’iconograficizzazione del quadro non sono impiegate dalla pittrice, giacché ella predilige, invece, estromettere ogni disegno preparatorio per iconograficizzare tale aura, servendosi dei diversi materiali pittorici per predisporli, direttamente, nel quadro medesimo, dedicato, per l’appunto, alla celebrazione dell’aura stessa da cui deriva l’omonimo titolo dell’opera manifesta. Il colore crema che caratterizza altresì l’aura sopraindicata è il risultato della composizione grumosa della malta, messa in risalto dall’utilizzo dei colori acrilici bianchi, applicati dalla pittrice sulla malta stesssa, dalla cui intresecazione deriva, tale gradazione di colore generata, per l’appunto, dall’unione della malta con il colore bianco ivi adoperato, da cui prende corpo questo tipo di radiazione caratterizzante l’aurea medesima sulla superficie della tela. La particolare energia insita in questo tipo di razionalizzazione iconografica che fa da contrassegno alla dinamocromoinformalizzazione degli effetti chiaroscuranti dell’aura anzidetta introduce quest’ultima negli interni programmatici del bitridimensionalismo conico e delle tante risoluzioni cromoinfomalizzanti del Sensorialismo materico, il quale fonda i suoi capisaldi stilistici sui disparati materiali di cui molti artisti hanno bisogno per conformare l’ontoconcretizzazione di molte delle loro opere che si palesano all’occhio e al tatto dell’osservatore, le cui sensazioni ottiche e cutanee sono trasmesse al suo spirito, oltre che alle sue membra, nel momento in cui tale soggetto psichico si ritrova, con la sua presenza fisica, a sostare, con il suo peso specifico e la sua essenza volumetrica, nei medesimi spazi immanenti che favoriscono l’ontoconcretizzazione di un’opera d’arte. L’aura ivi iconograficizzata, sulla superficie della tela, e le multiformi striature verticalizzanti, poste a fianco dell’aura medesima, ontoconcretizzano, nell’opera, la certificazione iconografica del rilievo artistico, sicché quest’ultimo contribuisce a razionalizzare i connotati irregolari che contraddistinguono gli extralanci iconografici, i quali danno luogo, conseguentemente, all’abbandono della cosiddetta prigionia della forma geometrimatematecizzata, costituita dalla perimetralizzazione quadrangolare del quadro, di cui si avvale Gabriella Tolli per dipingere quest’aura iconograficizzata, per l’appunto, in questa opera.
Bianco assoluto. Cover semirigida plastificata, 90 pagine a colori, 22x22cm. Adteditori ISBN 078 – 8832296 – 28 – 0. Testi Critici a Cura di: Jean-François Bachis-Pugliese & Mery Rose Florio
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