E' un percorso molto articolato e complesso quello che è possibile apprezzare nella pittura di Gabriella Tolli che evolve, da una premessa di iniziale attenzione alla restituzione pittorica della realtà oggettuale ad una trasmutazione aniconica dal dato proveniente dalla consistenza fenomenica del reale...
Non è quindi in termine di fuga dalla realtà che occorre intendere l'evoluzione in direzione non figurativa della pittura della Tolli, ma secondo quanto recita la sua Biografia, come momento in cui “superato il confine della pura visione , si chiude il mondo delle cose e si apre l'universo delle idee....”
Ma procediamo con ordine.
L'avvio figurativo della Tolli è di intrigante interesse e mostra in attività una artista decisamente consapevole dei suoi mezzi espressivi che non appare aliena dal prodursi in articolate esperienze creative in cui da prova di essere in grado di produrre una ricerca creativa severamente controllata.
Gli equilibri ponderali, la distribuzione delle masse, l'impostazione generale degli assetti compositivi appaiono come il frutto d'una delibazione creativa certamente avvertita e consapevole dei propri mezzi.
Man mano, poi, con il passare del tempo, ed attraversando una fase di interrogazione creativa in cui la artista si rende disponibile a mettere in discussione se stessa, Gabriella Tolli approda alla cifra aniconica , ove l'allontanamento dalla sfera riproduttiva del reale fenomenico costituisce il punto d'avvio d'un percorso nuovo che si volge alla ricerca di nuovi assetti espressivi.
Quanto talvolta, la dimensione dell'istanza 'espressiva' travalichi nella sintesi ' espressionista-astratta ' è difficile dire, giacché la produzione creativa di Gabriella Tolli non consente... almeno per quanto siamo in condizioni di discernere .. di cogliere gli aspetti di un totale abbandono del segno artistico alla libera esondazione della materia e, tuttavia, un'istanza di esigenza liberativa - oltre che liberatoria – si lascia intrigantemente avvertire.
Ed ecco, allora, rivelarsi l'apertura di un mondo particolamente suggestivo e prezioso, ove gli esiti della pratica figurativa (talvolta spinta fino alle soglie della iperfigurazione) si proiettano sulle campiture di colore presiedute nella loro stesura da una gestualità libera ed incondizionata che lascia spazio all'emergere di un contenuto di pensiero che diventa spessore intellettuale ed acuta sintesi di intendimento e di riflessione delle cose.
Dal III Volume dell'opera dal titolo Fra tradizione e innovazione - Stampa anno 2015
Napoli Nostra
Rosario Pinto
nato a Napoli nel 1950 - Saggista critico e storico dell'Arte