Jean-Paul Sartre rileggendo Hussert, ma accentuandone gli aspetti esistenziali, ponendo fine al carattere “eidetico” tipico della riflessione filosofica del primo Novecento, ed ancora di più Merleau-Ponty accentua a dismisura la presenza della sfera “primaria”, fluida, dominata dalla logica del “campo” (campo percettivo, ma anche affettivo, inteso come spazio organico, vissuto in prima persona), che tende a sostituire la vecchia logica delle coordinate cartesiane e ogni suo derivato.
Gabriella Tolli sembra respirare e mettere in atto, anzi sulla tela, questo linguaggio filosofico che è riuscito a far emergere quella portentosa corrente che è l'informale.
La nostra artista domina la tela con maestria e coraggio, ama mettersi in discussione: se stessa e gli altri ma soprattutto la vita.
Dalle sue opere emerge vitalità, ma anche dissidi interiori freudiani e senza paura li affronta e forse cresce dopo ogni getto di colore. Mathieu dipingeva direttamente con il tubetto sulla tela affinché non fosse possibile al Super-io di intervenire, facendo in modo così che fosse l'Es a dominare gli eventi.
Gabriella Tolli nelle sue sferzate di bianco su rosso o comunque su tutte le sue opere, sembra volerci dire che la passionalità e l'istinto sono dominati nel nostro “Piccolo mondo antico”, richiamando il grande Fogazzaro, ci porta così ad evolvere e lasciare quel luogo sicuro per avventurarsi nell'ignoto, un ignoto fatto di esperienze e passioni future; sembra prenderci per mano e portarci a correre in quella lunga strada che è la vita.
Dott.ssa Federica Pasini
Critico e Storico d'Arte